sabato 6 febbraio 2016

le regole del caos



Cast

Sabine De Barra:
Kate Winslet
Madame De Montespan:
Jennifer Ehle
Stanley Tucci
Re Luigi XIV:
Alan Rickman
Madame Le Notre:
Helen McCrory
André Le Notre:
Matthias Schoenaerts
Duras:
Steven Waddington
Market:
Paulina Boneva
Moulin:
Danny Webb
Pauline Moran
Daniel Le Vielle:
Adrian Scarborough
Phyllida Law

Dati

Titolo originale:
A Little Chaos

Anno:
2014

Nazione:
Gran Bretagna

Distribuzione:
Eagle Pictures

Durata:
112 min

Data uscita in Italia:
04 giugno 2015

Genere:
drammatico,sentimentale


Anno 1682. Sabine De Barra (Kate Winslet), donna volitiva e talentuosa, lavora come paesaggista nei giardini e nelle campagne francesi. Finché un giorno riceve un invito inaspettato: Sabine è in lizza per l’assegnazione di un incarico alla corte di Luigi XIV (Alan Rickman). Se, al primo incontro, l’artista della corte di Re Sole André Le Notre (Matthias Schoenaerts) appare disturbato e indispettito dall’occhio attento di Sabine e dalla sua lungimirante natura, alla fine sceglie proprio lei per realizzare uno dei giardini principali del nuovo Palazzo di Versailles. Malgrado – e forse proprio grazie – al poco tempo a disposizione, il valore della ricerca artistica individuale di Sabine, del suo “little chaos” sarà presto riconosciuto anche da Le Notre. Così, nel periodo concessole, per progettare e realizzare la sala da ballo all’aperto di Rockwork Grove, Sabine ha modo di sperimentare e conoscere da vicino le piccole e grandi rivalità di corte e di addentrarsi nell’intricata rete di regole ed etichette. Sfidando le differenze di genere e di classe, con grande sorpresa Sabine riesce a entrare addirittura in contatto con il Re, e a guadagnare la fiducia di Philippe, suo fratello (Stanley Tucci). Mentre cerca di fare i conti con una tragedia che prepotentemente riemerge dal passato, i rapporti personali e professionali tra André e Sabine regalano a entrambi comprensione, creatività e appagamento.

the Eichmann show

Cast

Milton Fruchtman:
Martin Freeman
Leo Hurwitz:
Anthony LaPaglia
Mrs. Landau:
Rebecca Front
David Landor:
Andy Nyman
Yaakov Jonilowicz:
Nicholas Woodeson
Ron Huntsman:
Ben Addis
Judy Gold:
Caroline Bartleet
Millek Knebel:
Ed Birch
Roy Sedwell:
Dylan Edwards
Tommy Hurwitz:
Nathaniel Gleed
Alan Rosenthal:
Ben Lloyd-Hughes
Adolf Eichmann:
Vaidotas Martinaitis

Dati

Titolo originale:
The Eichmann Show

Anno:
2015

Nazione:
Gran Bretagna

Distribuzione:
Lucky Red

Durata:
95 min

Data uscita in Italia:
25 gennaio 2016

Genere:
drammatico


Gerusalemme 1961. Il geniale produttore televisivo Milton Fruchtman (Martin Freeman) assume il regista Leo Hurwitz (Anthony LaPaglia) per occuparsi delle riprese tv del processo al criminale nazista Adolf Eichmann. Quello che viene offerto a Hurwitz è un lavoro dalle dimensioni epocali: per la prima volta nella storia un processo sarebbe stato trasmesso in tv e per la prima volta il mondo intero avrebbe assistito alle scioccanti testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto. Il risultato di questa importante operazione fu che l’80 per cento della popolazione tedesca guardò almeno un’ora del programma ogni settimana, che venne trasmesso su tutte le reti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna ma soprattutto che finalmente, dopo 16 anni dalla fine della guerra, si cominciò a parlare apertamente dell’Olocausto. Definito il “processo del secolo”, l’orrore dei campi di sterminio raccontato in diretta dalle vittime venne trasmesso in 37 Paesi. La messa in onda di quel processo rappresenta il primo evento televisivo globale e il film racconta la straordinaria storia del team di produzione che dovette superare ostacoli di ogni tipo per poter catturare la testimonianza di uno dei più noti criminali nazisti.

domenica 31 gennaio 2016

la teoria del tutto



Titolo originale: 

The Theory of Everything
Nazione: Regno Unito
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 123'
Regia: James Marsh

Cast: 

Felicity JonesEddie Redmayne, Charlie Cox, Emily Watson, David Thewlis, Harry Lloyd, Maxine Peake, Adam Godley, Simon McBurney, Charlotte Hope
Produzione: Working Title Films
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Data di uscita: 15 Gennaio 2015 (cinema)


Trama:
La teoria del tutto è la storia straordinaria ed edificante di una delle più eccelse menti viventi del mondo, il famoso astrofisico Stephen Hawking, e di due persone che resistono alle più grandi difficoltà attraverso l'amore. Nel 1963, da studente di cosmologia della leggendaria università inglese Cambridge, Stephen (interpretato da Eddie Redmayne di Les Misérables) sta facendo grandi passi ed è determinato a trovare una "spiegazione semplice ed eloquente" per l'universo. Anche il suo mondo privato si schiude quando si innamora perdutamente di una studentessa di lettere della stessa Cambridge, Jane Wilde (Felicity Jones di The Invisible Woman). Ma, all'età di 21 anni, questo giovane uomo sano e dinamico riceve una diagnosi che gli cambia la vita: la malattia del motoneurone attaccherà i suoi arti e le sue capacità, lasciandolo con una limitata capacità di linguaggio e di movimento e con circa due anni di vita da vivere. L'amore di Jane, il suo combattivo supporto e la sua determinazione sono incrollabili - e i due si sposano. Con la sua nuova moglie che lotta instancabilmente al suo fianco, Stephen si rifiuta di accettare la sua diagnosi. Jane lo incoraggia a finire il suo dottorato, che include la sua teoria iniziale sulla creazione dell'universo. La coppia mette su famiglia e con il suo dottorato da poco guadagnato e accolto con grande gioia, Stephen si imbarca nel suo lavoro scientifico più ambizioso, lo studio della cosa di cui possiede meno: il tempo. Mentre il suo corpo affronta limitazioni sempre più grandi, la sua mente continua a esplorare i limiti estremi della fisica teorica. Insieme, lui e Jane sfidano l'impossibile, aprendo nuovi territori nel campo della medicina e della scienza, e realizzando più di quello che avrebbero mai sognato di realizzare.

The woman in gold gennaio 2016

Maria Altmann, è una donna ebrea fuggita da Vienna poco dopo l'arrivo dei nazisti che saccheggiando la sua abitazione trafugarono un prezioso quadro di Gustav Klimt, la Donna in Oro, in seguito restituito al governo Austriaco. Cinquanta anni dopo la coraggiosa donna decide di sfidare le autorità Austriache con l'aiuto di un giovane avvocato per chiedere che le venga restituito ciò che era suo.
uno dei dipinti più famosi d'Austria, Ritratto di Adele Bloch-Bauer di Gustav Klimt, è detenuto dallo stato indebitamente, in seguito al sequestro operato dai nazisti ai danni dei legittimi proprietari, una famiglia ebrea. Alla fine degli anni '90 la morte di una delle due sorelle ultime eredi della stirpe, fa scoprire all'altra l'esistenza di una lotta per riavere il quadro, proprio in coincidenza con la decisione dello stato austriaco di inaugurare una politica di restituzione delle opere d'arte rubate dai nazisti.
Determinata a riavere il quadro come forma di risarcimento per tutto quello che lei e la sua famiglia hanno subito dagli austriaci, Maria Altmann, da decenni residente in America, si reca in loco con un avvocato e scopre che in realtà lo stato non vuole assolutamente dare via il suo quadro più importante. Parte così una battaglia legale di Davide contro Golia.
Dietro a Woman in gold si intravede la sagoma di Philomena, il sorprendente film di Stephen Frears del 2013. Nella vera storia della dolce anziana Maria Altmann e del suo riluttante desiderio di ottenere giustizia, coadiuvata da un avvocato inizialmente poco convinto, non è difficile riconoscere la struttura del film con Steve Coogan e Judi Dench. Anche l'obiettivo, un racconto che scaldi il cuore e infervori gli animi, sapendo alleggerire quando serve e addolcire quando necessario (sempre attraverso la protagonista, eroina della quotidianità), appare il medesimo, solo sostituendo agli abusi di un convento contro una madre l'ancor più toccante tema della persecuzione degli ebrei ad opera dei nazisti.
Ma Simon Curtis non è Stephen Frears, nè i suoi sceneggiatori sono all'altezza della sagacia di Steve Coogan e Jeff Pope. Nelle loro mani questa materia molto popolare si scioglie nella ruffianeria invece che brillare nell'equilibrio tra intelligenza di scrittura e equilibrio narrativo.
Pensato tutto intorno a Helen Mirren, il film indugia su di lei, si affida alla sua capacità di comunicare ogni stato d'animo senza mai cercare di farlo da sè. L'individuazione della più nobile delle cause e il ritratto del più perfido dei nemici (la burocrazia di una nazione che non si cura dei dolori individuali), completano la facile parabola di un film mai capace di affermare con forza quel che desidera dire.Woman in gold si limita a scorrere, a lasciarsi guardare e dimenticare, senza trasformare la vera storia in grande epica oppure in piccola e toccante quotidianità, senza cioè individuare nelle pieghe della vita reale qualcosa sul quale porre la propria attenzione. Simon Curtis sembra documentare l'accaduto (romanzando quando serve) invece che mettere la lente d'ingrandimento su cosa, in tutti questi eventi, sia in grado di suggerire più dei semplici fatti esposti con simpatia.

    domenica 3 gennaio 2016

    The irrational man

    di Woody Allen
    Un film di Woody Allen. Con Jamie BlackleyJoaquin PhoenixParker PoseyEmma StoneMeredith Hagner
    continua»
     Titolo originale Irrational ManThrillerRatings:Kids+13, durata 96 min. - USA 2015
    Woody Allen ripete un po' se stesso e torna a focalizzarsi sulla morte come estrema ir-ratio per liberarsi o liberare altri dai problemi
    Giancarlo Zappoli     * * * - -
    Locandina Irrational Man
    Abe Lucas, professore di filosofia ormai privo di qualsiasi interesse per la vita, si trasferisce nell'Università di una cittadina. Preceduto da una fama di seduttore incontra la collega Rita Richards che cerca di attrarlo a sé per mettersi alle spalle un matrimonio fallito. C'è però anche la migliore studentessa del corso, Jill Pollard, che subisce il suo fascino e progressivamente gli si avvicina. Un giorno i due ascoltano, del tutto casualmente, la disperata lamentela di una madre che si è vista togliere la tutela di un figlio da parte di un giudice totalmente insensibile a qualsiasi esigenza umanitaria. Abe, in quel preciso momento, sente di poter fare qualcosa per quella donna e, con questo, di poter ridare un senso alla propria vita.
    Dopo le atmosfere retrò di Magic in the Moonlight Woody Allen torna a un presente che lui vede come eternamente ritornante perché ciò che riguarda il rapporto dell'essere umano con la propria esistenza può mutare nelle sue manifestazioni ma resta essenzialmente uguale. Da sempre Woody ci ricorda che Dio è morto, Marx è morto e anche lui si sente (esistenzialmente) poco bene. I suoi personaggi sono testimonial di questo suo profondo disagio a proposito del quale non smette mai di interrogarsi.
    La vita non ha senso e, per cercare di attribuirgliene uno o almeno per non ricordarselo troppo spesso è necessario 'distrarsi'. Per lui la distrazione è fare cinema. Per Abe potrebbe essere la filosofia di Kant, di Kierkegaard e di tutti i pensatori le cui aporie sa illustrare con abilità ai suoi studenti. Il problema consiste però nel far aderire la teoria alla realtà. È allora che nascono i problemi perché un mondo kantiano privo della seppur minima menzogna sarebbe l'ideale ma comporterebbe, ad esempio, la denuncia della famiglia Frank dinanzi a una precisa domanda dei nazisti.
    Che fare allora quando l'altro sesso ti desidera ma tu non lo desideri più? Quando tutto ti appare come ormai privo di valore tanto da non temere una roulette russa? Forse allora ti trovi a dare ragione al Sartre che denuncia che "l'inferno sono gli altri" e individui nell'idea di fare del bene compiendo il male l'occasione per riprendere in mano la tua vita. La morte sembra diventare non più la signora con la falce di Amore e guerra ma uno strumento per risolvere le conflittualità. Abe ha dietro di sé una serie di partecipazioni ad attività umanitarie che gli hanno comunque lasciato il vuoto dentro perché gli sembra non abbiano portato a un vero cambiamento. Il suo bisogno di lasciare un segno lo accompagna in fondo da sempre. Tutto il resto gli appare come superficiale. Dopo Crimini e misfattiSogni e delitti e Match Point Allen torna a focalizzarsi sulla morte come estrema ir-ratio per liberarsi o liberare altri dai problemi. Aveva trattato il tema anche con il piacere della commedia raffinata in Pallottole su Broadway. Vede anche tornargli utile l'escamotage della casualità dell'ascolto che aveva avuto i suoi effetti comici in Tutti dicono I Love You e profondamente sconvolgenti in Un'altra donna. Questo significa che Woody si ripete? Forse sì ma lo fa come accade con la vita di tutti i giorni che a volte ci propone gli stessi quesiti chiedendoci, col passare degli anni, di ripensare le risposte. In modo più o meno razionale e tenendo conto delle conseguenze. Che, nell'universo alleniano, non possono comunque mai sfuggire a una valutazione morale.